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Edilizia

Inquinamento indoor: una sfida per progettisti e tecnici dell’edilizia

Sempre più studi confermano che l’aria interna agli edifici può risultare fino a cinquanta volte più contaminata di quella esterna, ponendo ai geometri nuove responsabilità progettuali e operative.

Inquinamento indoor: una sfida per progettisti e tecnici dell’edilizia
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Negli ultimi anni l’attenzione verso la qualità dell’aria indoor è cresciuta in modo significativo, trasformandosi da tema marginale a priorità per chi opera nel settore edilizio. Se un tempo il focus era quasi esclusivamente sul risparmio energetico e sull’isolamento termico-acustico, oggi emerge con forza la necessità di coniugare efficienza e salubrità degli ambienti. I geometri, figure centrali nei processi di progettazione, direzione lavori e ristrutturazioni, si trovano sempre più spesso a dover integrare nei propri interventi valutazioni su VOC, ventilazione meccanica e strategie di prevenzione dell’umidità, per garantire edifici non solo performanti ma anche realmente vivibili.

  1. Le cause principali dell’inquinamento indoor: cosa valutare in fase di progetto
  2. Normative e limiti di legge
  3. Le conseguenze: non solo salute, ma anche valore immobiliare
  4. Le strategie: prevenzione in fase progettuale e gestione quotidiana
  5. Sei un geometra? La tua professione richiede un aggiornamento continuo?

Sempre più studi confermano che l’aria interna agli edifici può risultare fino a cinquanta volte più contaminata di quella esterna, ponendo ai geometri nuove responsabilità progettuali e operative.

Quando si parla di inquinamento atmosferico, l’attenzione si concentra spesso su traffico urbano e polveri sottili. Tuttavia, la vera criticità si nasconde negli spazi chiusi: l’inquinamento indoor, che interessa direttamente abitazioni, uffici e scuole, rappresenta oggi una delle principali sfide per chi si occupa di costruzioni e ristrutturazioni.

Le statistiche sono eloquenti: trascorriamo l’87% del nostro tempo in ambienti confinati, dove l’aria è spesso impoverita e carica di agenti nocivi. Secondo dati OMS, questo tipo di esposizione può incidere su respirazione, sistema nervoso e benessere psicologico. Non a caso, in ambito edilizio si parla ormai di “Sindrome dell’Edificio Malato”.

Le cause principali dell’inquinamento indoor: cosa valutare in fase di progetto

Per i professionisti tecnici, conoscere le fonti di contaminazione è essenziale:

  • Isolamento spinto: se da un lato riduce le dispersioni termiche, dall’altro favorisce l’accumulo di sostanze nocive.
  • Materiali edili e finiture: vernici, adesivi, solventi e pannelli possono rilasciare VOC (Composti Organici Volatili) anche per anni.
  • Muffe e umidità: fenomeni frequenti in locali scarsamente ventilati, che impattano sulla salubrità e sulla durabilità delle strutture.
  • Fumo e attività domestiche: fonti che aggravano la qualità dell’aria e aumentano il rischio di patologie.

Normative e limiti di legge

L’Unione Europea ha fissato valori limite per le emissioni di VOC nei materiali da costruzione, e molti prodotti sono certificati EMICODE EC1+ o Indoor Air Comfort Gold. Tuttavia, anche i materiali conformi possono rilasciare composti in concentrazioni significative subito dopo la posa, motivo per cui diventa fondamentale la scelta di soluzioni low-VOC o addirittura ultra-low emission.

Le conseguenze: non solo salute, ma anche valore immobiliare

Gli effetti dell’inquinamento indoor non riguardano soltanto la salute degli occupanti. Una scarsa qualità dell’aria incide anche sulla durabilità dei materiali, sulla manutenzione straordinaria e persino sul valore di mercato dell’immobile. Un edificio certificato per alta qualità dell’aria interna rappresenta oggi un plus competitivo sul mercato immobiliare.

Le strategie: prevenzione in fase progettuale e gestione quotidiana

Per i geometri e i professionisti tecnici, la prevenzione e l’eliminazione dell’inquinamento interno inizia dal cantiere:

  • Progettare ventilazioni meccaniche controllate (VMC) per garantire il ricambio costante dell’aria.
  • Scegliere materiali certificati a bassissima emissione di VOC, verificando etichette e schede tecniche.
  • Intervenire sull’umidità con intonaci deumidificanti o termoisolanti, prevenendo muffe e condense.
  • Valutare l’uso di vernici fotocatalitiche o rivestimenti a base di biossido di titanio modificato, che degradano gli inquinanti.
  • Consigliare ai committenti buone pratiche quotidiane: areazione frequente, uso di depuratori d’aria, limitazione dei deodoranti spray.

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