Riforma del condominio 2026: tutte le novità in arrivo per proprietari e amministratori
Morosità, nuovi requisiti per amministratori, revisori e pagamenti tracciati: la riforma del condominio 2026 ridisegna costi, responsabilità ed equilibri quotidiani.

La riforma del condominio torna ciclicamente al centro del dibattito, ma questa volta il confronto è più concreto del solito. Dopo oltre tredici anni dall’ultima revisione organica, il nuovo intervento normativo promette di incidere su aspetti che, nella pratica quotidiana, rappresentano da tempo un problema irrisolto per amministratori e proprietari. La riforma 2026 interviene su morosità, gestione economica, ruolo dell’amministratore di condominio e pagamenti condominiali, con l’obiettivo di rendere il sistema più ordinato.
Resta però una domanda di fondo: le nuove regole riusciranno davvero a semplificare la vita nei condomìni o finiranno per creare nuovi attriti?
In questo articolo:
- Morosità condominiale: una soluzione che sposta il problema
- Amministratore di condominio: più requisiti, più responsabilità
- Revisore contabile: controllo nei condomìni più grandi
- Pagamenti condominiali: addio alle scorciatoie
- Riforma del condominio 2026: tra ordine e nuove tensioni
- Sei un geometra? La tua professione richiede un aggiornamento continuo?
Morosità, nuovi requisiti per amministratori, revisori e pagamenti tracciati: la riforma del condominio 2026 ridisegna costi, responsabilità ed equilibri quotidiani.
Chi lavora nel settore immobiliare sa che il condominio è, spesso, un equilibrio fragile. Bastano pochi pagamenti in ritardo o una gestione poco chiara per far saltare tutto.
Morosità condominiale: una soluzione che sposta il problema
Il tema della morosità condominiale è uno dei nodi più delicati affrontati dalla riforma del condominio. Non è un mistero che i mancati versamenti siano tra le principali cause di blocco dei servizi, dei lavori di manutenzione e, nei casi peggiori, di contenziosi lunghi anni.
La riforma introduce la possibilità per i creditori di rivalersi non solo sui condòmini morosi e sul conto corrente condominiale, ma anche sugli altri proprietari, in proporzione ai millesimi di proprietà. Una scelta che, nelle intenzioni, serve a garantire continuità nei pagamenti, evitando che il condominio resti paralizzato.
Resta il diritto di regresso verso i morosi, ma chi conosce i tempi della giustizia e le difficoltà di recupero crediti sa bene che, spesso, la teoria e la pratica viaggiano su binari diversi.
Amministratore di condominio: più requisiti, più responsabilità
Un altro passaggio centrale della riforma del condominio 2026 riguarda l’amministratore di condominio, una figura che negli anni ha visto crescere obblighi e responsabilità, non sempre accompagnati da un adeguato riconoscimento professionale.
Il testo prevede l’obbligo di una laurea almeno triennale in ambito economico, giuridico, scientifico o tecnologico, con una fase transitoria per chi già opera ed è iscritto agli albi di geometri, periti o ragionieri. Viene inoltre introdotta l’iscrizione a un elenco nazionale, pensata per dare maggiore ordine a una professione spesso frammentata.
L’incarico resta annuale, con rinnovo automatico, ma viene rafforzato l’obbligo di un passaggio di consegne entro 30 giorni. Un dettaglio che, per chi ha vissuto cambi di amministrazione caotici, non è affatto secondario.
Revisore contabile: controllo nei condomìni più grandi
Nei condomìni con oltre 20 unità, la riforma introduce la figura del revisore contabile del condominio. Un ruolo che, di fatto, esiste già in molte realtà complesse, dove la gestione economica assume dimensioni rilevanti.
Il revisore avrà il compito di verificare la correttezza dei rendiconti trimestrali, con un mandato biennale non rinnovabile automaticamente. In caso di mancata nomina da parte dell’assemblea, potrà intervenire l’autorità giudiziaria. Anche per questa figura è prevista l’iscrizione a un elenco dedicato, con sanzioni amministrative in caso di irregolarità.
Pagamenti condominiali: addio alle scorciatoie
Uno degli aspetti più netti della riforma del condominio riguarda la tracciabilità dei pagamenti. Tutti i flussi finanziari dovranno transitare dal conto corrente condominiale, senza eccezioni.
I pagamenti diretti ai fornitori, pratica diffusa soprattutto nei piccoli condomìni, non avranno più valore liberatorio. Una scelta che punta a ridurre confusione e contestazioni, anche se comporterà un cambio di abitudini non indifferente.
Riforma del condominio 2026: tra ordine e nuove tensioni
Nel complesso, la riforma del condominio punta a introdurre più controllo, più professionalità e maggiore trasparenza. Allo stesso tempo, però, lascia aperti interrogativi concreti: l’anticipo delle spese per i condòmini in regola, l’aumento dei costi di gestione, la possibile riduzione degli amministratori disponibili nel breve periodo.
Come spesso accade, sarà l’applicazione pratica delle norme a chiarire se questa riforma riuscirà davvero a migliorare la gestione degli edifici o se finirà per spostare semplicemente il problema da un soggetto all’altro.
Il disegno di legge.
È bene chiarire che si tratta, allo stato attuale, di un disegno di legge e non di una normativa già in vigore. Il testo è quindi ancora suscettibile di modifiche, integrazioni e correzioni nel corso dell’iter legislativo, e solo al termine dell’approvazione definitiva sarà possibile valutarne l’impatto reale sulla gestione dei condomìni e sull’attività dei professionisti del settore.
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